Capitolo di Test

La prima traccia del corso

CORSO DI MS-DOS

Oggigiorno, dovunque ci troviamo, fa bella mostra di sè un computer: tutti dicono che è uno strumento utilissimo, che risolve qualsiasi problema velocemente e con precisione.

Sentendo questi elogi molti si sono convinti ad acquistarlo, ma una volta aperta la scatola e collegata la spina si sono trovati davanti a insormontabili difficoltà in quanto nessuno si è preoccupato di spiegare loro come fare per utilizzarlo.

Il manuale di solito non è di grande aiuto perchè dà per scontate molte cose che invece solo gli esperti sanno; alle volte è scritto in lingua inglese che non tutti conoscono.

Nella maggioranza dei casi anche l'acquisto è lasciato al caso: il rivenditore infatti ci avrà stordito con una serie interminabile di numeri, di parole come Wincester (si, proprio come il famoso fucile), Megabytes, Pixel; e sigle come VGA, IDE, SCSI, RAM.

Così, frastornati, si accetta passivamente quello che ci consiglia il negoziante senza considerare se il computer proposto sia adatto o meno a risolvere le nostre esigenze presenti e possibilmente anche quelle future.

In questa serie di articoli vi spiegheremo, nella maniera più semplice e completa possibile, come scegliere un computer e come usarlo in maniera proficua.

I componenti di un computer

Un computer non è altro che un insieme di circuiti elettronici, ognuno con la sua specifica funzione, collegati assieme da una struttura chiamata bus.

Questo bus funziona in maniera molto simile ad un normale autobus per il trasporto urbano che porta i passeggeri dalla periferia al centro.

L'unica differenza è che sul bus di un computer invece delle persone viaggiano dei dati che dalle unità periferiche di èingresso (la tastiera, un joystick, un sensore...) vanno verso il microprocessore dove verranno elaborati e poi, sempre attraverso il bus, ritorneranno alle unità periferiche di uscita (il video, la stampante, un relè...)

Alle volte però il microprocessore ha necessità di memorizzare questi dati. Si pensi all'emissione di uno scontrino: la cassiera utilizzando una tastiera immette il prezzo del singolo articolo, il microprocessore riceve il dato, lo memorizza e lo invia alla stampante. Quando la cassiera segnalerà con un apposito tasto la fine della spesa il microprocessore dovrà recuperare tutti i prezzi immessi, calcolare la somma e inviare alla stampante il totale.Pertanto il nostro computer dovrà essere dotato di circuiti che realizzino questa memoria.

Questo viene fatto caricando e scaricando dei minuscoli condensatori contenuti all'interno di speciali circuiti integrati che possono comprendere anche alcuni milioni di tali condensatori.

Purtroppo il contenuto della memoria realizzata con circuiti elettronici a condensatore viene perso ogni volta che si stacca l'alimentazione ed inoltre non potremmo scambiare con altri i nostri dati e programmi se non smontando e rimontando dei delicati (e costosi) circuiti integrati.

Pur non essendo questo tipo di memoria sostituibile, in quanto dotata di una velocita' non raggiungibile con alcuna apparecchiatura meccanica, abbiamo necessità di un tipo di memoria che non necessiti della alimentazione elettrica per essere conservata, sia facilmente scambiabile e che abbia un costo contenuto.

Ai primi tempi dei personal computers venivano utilizzate per questo scopo delle normali audiocassette, ma il sistema era molto scomodo e assai poco affidabile per cui sono state definitivamente abbandonate e sostituite da dischi che risultano molto più affidabili, veloci e semplici da utilizzare.

Infine, tra i componenti essenziali di un computer, ci sono la tastiera che serve per immettere dati e comandi e il monitor sul èquale potremo leggere le risposte alle nostre richieste.

Le unità di misura

Per un computer le normali grandezze elettriche, come i Volt o i Watt non servono a molto: bisogna imparare a conoscere alcune nuove unità di misura che ci daranno indicazioni più precise sulle effettive capacità dei vari componenti dell'elaboratore.

L'unità fondamentale è il bit attraverso la quale possiamodescrivere le capacita' delle memorie, la potenza dei microprocessori e del bus.

Una normale lampadina elettrica ci porta esattamente una informazione pari ad un bit: può essere solo accesa o spenta; il condensatore che realizza una memoria può essere carico o scarico; in generale qualsiasi informazione rappresentabile da due solo condizioni (Si o No) è rappresentata da un bit.

Una memoria sarà tanto più capace quanti più bit potrà contenere; un microprocessore sarà tanto più potente quanti più bit potrà elaborare con una singola istruzione.

Se paragoniamo il bus di un calcolatore ad una autostrada potremo paragonare i bit alle corsie: risulta evidente che un bus a sedici bit permette un traffico più scorrevole di uno a soli otto bit, ma meno di uno a 32 bit come quelli dei computers più recenti.

Il bit, come tutte le unità di misura, ha dei multipli. Il kilogrammo è universalmente accettato come unità di misura del peso, ma nessuno esprimerebbe il peso di un grosso autocarro in tale unità: userebbe invece i quintali o le tonnellate che sono proprio dei multipli del kilogrammo.

Il più comune multiplo del bit è il byte che corrisponde a 8 bit: questa quantità ci permette di rappresentare correttamente un singolo carattere che noi immettiamo sulla tastiera o che il processore invia al video o alla stampante. Quando noi premiamo un tasto sulla tastiera inviamo, tramite il bus otto bit al processore. Il byte, proprio per questa sua caratteristica di rappresentare un carattere, è assunto come unità base per èindicare la capacità delle memorie.

Altri multipli molto importanti sono il kilobyte che corrisponde a 1024 byte e il megabyte che corrisponde a 1024 kilobyte cioè a 1024 x 1024 = 1.048.576 bytes.

Nella pratica non è necessaria tale precisione pertanto potremo considerare il kilobyte equivalente a mille byte (cioè mille caratteri) e il megabyte equivalente a un milione di byte, ovvero pari a mille kilobyte.

I diversi tipi di computer

E' ormai cosa nota che un computer non può fare assolutamente nulla se non provvisto di un programma; è meno noto che un programma può funzionare solo sul tipo di computer per il quale è stato scritto.

Se siamo in possesso di un programma scritto per il computer Amiga questo non potrà funzionare su un computer Atari; un programma per IBM non funzionerà mai su computer Commodore e così per qualsiasi altra combinazione.

Ci accorgeremo ben presto che la maggior parte dei programmi può funzionare solo su computer IBM-compatibili: quindi al momento dell'acquisto dovremo concentrare la nostra attenzione esclusivamente su questo tipo di computer anche se ci verranno sicuramente proposti altri modelli, magari di costo inferiore, e ci verrà assicurato che "anche con questi è possibile fare tutto".

La modesta cifra che risparmieremmo all'acquisto si tramuterebbe poi in maggior spesa quando, desiderando aggiungere altre schede per aumentare le funzioni, scopriremo che queste schede non esistono o costano molto di più delle analoghe schede per IBM-compatibili.

Tale grande disponibilità di schede e programmi è dovuta al fatto che i computer IBM-compatibili sono completamente modulari e quindi per aggiungere o modificare certe funzioni è necessario aggiungere o sostituire solo la scheda interessata, mentre in altri tipi di computer dovremmo sostituire più schede o èaddirittura l'intero computer.

Questa grande versatilità ha fatto dei computer IBM-compatibili i modelli di gran lunga più diffusi e di conseguenza quelli dotati del maggior assortimento di accessori e programmi.

La grande scelta disponibile per ogni singolo componente di questo tipo di computer porta con sè l'iniziale svantaggio di dover fare una specifica scelta per ogni pezzo del computer, ma dà l'innegabile vantaggio di poter costruire il computer più adatto alle specifiche esigenze di ogni utente.

L'inizio del nostro corso sarà proprio rivolto a spiegare nel dettaglio quali siano i componenti necessari e come operare una scelta della quale non ci si debba pentire dopo pochi giorni.

L'acquisto di un computer comporta una spesa rilevante, soprattutto per uno studente, e quindi non deve essere lasciata al caso: qualche migliaio di lire risparmiate oggi con spese poco accorte potrebbero rivelarsi in breve tempo un cattivo affare che ci impedirà di utilizzare appieno il computer o ci costringerà a spese molto più ingenti della cifra risparmiata per sostituire il componente inadatto.

I microprocessori

Il componente principale di un computer è senza dubbio il microprocessore: è questo integrato che sovraintende al funzionamento di tutta la macchina.

Il microprocessore è il motore del computer: facendo il paragone con una automobile non ci servirebbe a nulla una carrozzeria aerodinamica, il volante, i pneumatici se non avessimo anche un motore che faccia muovere il tutto.

E così come nelle automobili ci sono motori di vario tipo e cilindrata nei computer abbiamo diversi modelli di microprocessore con differenti caratteristiche.

In particolare nei computer IBM-compatibili possono essere utilizzati i seguenti tipi di microprocessori: 8088, 8086, V20, V30, 80286, 80386, 80486; gli ultimi tre tipi vengono quasi sempre indicati utilizzando solo le cifre 286, 386, 486.

èDiciamo subito che i tipi 8088, 8086, V20, V30 e 80286 vanno scartati senza esitazione: sono componenti ormai obsoleti e superati sotto ogni punto di vista.

Anche il 386 è superato dal 486; ma è sempre un ottimo processore e lo si può trovare ad un prezzo decisamente conveniente. Bisogna però fare attenzione perchè esistono due versioni del microprocessore 386: il 386SX e il 386DX.

Sono entrambi microprocessori a 32 bit, ma il modello 386SX utilizza un bus di 16 bit, mentre il suo fratello maggiore 386DX lavora con un bus a 32 bit: abbiamo già visto che un bus con un maggiore numero di bit consente un più veloce smistamento dei dati e quindi, poichè la differenza di prezzo oggi è irrisoria, conviene senz'altro puntare sul modello 386DX.

Il microprocessore 486 esiste in 3 diversi tipi 486SX, 486DX, 486DX2.

Il modello 486SX è del tutto analogo al 386DX, con la sola differenza che è stato completamente riprogettato e reso molto più veloce: il modello 486SX è destinato a sostituire in breve tempo il modello 386DX che andrà fuori produzione.

Il modello 486DX ha in più, rispetto al 486SX, tutta una serie di istruzioni per calcoli matematici: questi calcoli possono essere eseguiti anche con gli altri processori, ma utilizzando degli appositi programmi che rallentano di molto (anche con fattori di 1 a 100) i calcoli matematici.

Questo significa che, un programma che su un computer dotato di microprocessore 486DX impiega 1 solo minuto, avrà bisogno di 1 ora o anche più su un microprocessore 486SX.

Molte persone ignorano la sigla che segue il 486 e comprano il modello di costo minore accorgendosi solo in seguito di notevoli differenze nei tempi di esecuzione con altri computer "dotati di microprocessore 486".

Se è vostra intenzione utilizzare programmi che fanno una gran quantità di calcoli come programmi di ingegneria e progettazione, statistiche o gestire la contabilità il microprocessore 486DX potrà farvi risparmiare molto tempo.

Infine il modello 486DX2 ha internamente dei circuiti che èpermettono di farlo lavorare ad una velocità che è quasi doppia rispetto a quella del tipo 486DX: tale tipo di microprocessore è stato pensato per computer in cui si richieda la massima velocità di elaborazione possibile. Il suo alto costo ne riserva l'uso ad applicazioni specialistiche dove il costo ha importanza solo marginale: non dimentichiamo poi che se tutti gli altri componenti non sono allineati come prestazioni non serve a nulla avere un microprocessore velocissimo.

Facendo ancora un paragone automobilistico non servirebbe a molto montare un motore di F1 su una 500: la velocità massima sarebbe limitata da altri fattori.

Il clock

Tutti i componenti di un computer devono lavorare in perfetto sincronismo fra loro: a questo scopo accanto al microprocessore deve essere presente un circuito oscillatore che generi i segnali di controllo per i vari circuiti.

Tale circuito genera alcuni milioni di impulsi al secondo che scandiscono il succedersi delle varie operazioni: da qui il termine di "clock" che tradotto in italiano significa orologio.

I primi computer, come l'Apple o il Commodore avevano una frequenza di clock pari ad un Megahertz, cioè generavano un milione di impulsi al secondo.

Il primo personal computer IBM aveva una frequenza di clock di poco inferiore ai 5 megahertz; oggi si producono computer con frequenza di clock di 25 o 33 megahertz e in qualche caso anche 50.

Computer con velocità inferiori sono considerati oggi lenti e non vengono quasi più prodotti: è comunque evidente che più è alta la frequenza di clock e tanto più rapido risulta il computer.

Aumentare la frequenza di clock non è cosa semplice come si potrebbe pensare: stiamo lavorando con circuiti che si possono ragionevolmente definire ad alta frequenza, non per nulla sono frequenze pari a quelle che ritroviamo nei trasmettitori per onde corte o nei baracchini per CB.

èTali circuiti devono essere progettati con cura per evitare i fenomeni di interferenza e devono essere inseriti in contenitori completamente schermati per evitare che disturbino apparecchi radio e televisivi.

La memoria

Ogni microprocessore per funzionare deve avere a disposizione una certa quantità di memoria che in genere più è, meglio è.

Ma non è solo la quantità della memoria che va considerata è importante anche la sua velocità: una memoria troppo lenta può ridurre considerevolmente le prestazioni del microprocessore, viceversa una memoria troppo veloce risulta essere solo inutilmente più costosa.

Tale "velocità" delle memorie è normalmente misurata dal "tempo di accesso". La memoria non risponde immediatamente quando il processore richiede un dato, ma impiega un certo tempo per ritrovarlo e renderlo quindi disponibile.

Se il dato viene fornito in ritardo il microprocessore non può fare altro che mettersi in attesa senza fare assolutamente nulla sprecando tempo prezioso.

Sui computer operanti a 25 o 33 Mhz le memorie non devono avere tempi di accesso superiori ai 70 nanosecondi per garantire questo tipo di prestazione.

Memorie con tempi di accesso inferiori risultano utili solo su computer con velocità di clock di 50 Mhz; utilizzarle su sistemi con velocità inferiori è solo uno spreco perchè i dati saranno disponibili prima, ma il microprocessore non sarà ancora pronto ad utilizzarli e quindi non avremo alcun aumento di velocità.

Le memorie vengono vendute non come singoli circuiti integrati, ma montate su piccoli circuiti stampati da inserire in appositi connettori.

Tali circuiti premontati sono previsti per essere utilizzati su bus ad 8 bit: se il vostro computer ha un bus a sedici bit dovrete quindi utilizzarli a coppie, se invece è a 32 bit dovrete montarli a gruppi di 4.

èLe coppie o i gruppi di 4 dovranno essere tutti necessariamente dello stesso tipo: non è possibile montare una coppia composta ad esempio da un modulo da 1 megabyte e da un modulo da 4 megabyte pensando di ottenere un totale di 1 + 4 = 5 Megabyte. L'unico risultato ottenuto sarebbe il mancato funzionamento di tutto il computer!

Vengono prodotti tre tipi di moduli con differenti capacità: 256kilobyte, 1 Megabyte e 4Megabyte: il primo tipo è ormai sorpassato in quanto per raggiungere le capacità di memoria necessarie ai moderni programmi dovremmo montare molti di questi moduli, mentre utilizzando quelli di capacità superiore possiamo raggiungere gli stessi risultati molto più semplicemente.

I moduli da 1 megabyte sono i più diffusi ed anche i più utili: infatti su un computer con bus a 32 bit ne dovremo montare 4 ottenendo una memoria totale pari a 4 megabyte che risulta essere proprio la quantità di memoria ottimale per gli attuali programmi.

Ci sono in commercio molti computer basati su microprocessori 386DX e 486, quindi con bus a 32 bit, dotati di un solo megabyte di memoria. Tali computer sono sicuramente da scartare per almeno due motivi: ben presto vi accorgereste che tale quantità di memoria è assolutamente insufficiente per la maggior parte dei programmi più recenti ed inoltre è sicuramente realizzata con moduli da 256kilobyte che abbiamo già notato essere obsoleti. Infatti poichè su un computer con bus a 32 bit dovremo necessariamente montare 4 moduli di memoria, possiamo calcolare che 256kilobyte * 4 = 1024kilobyte ovvero 1 Megabyte.

Quindi il computer dovrà avere almeno 4 megabyte di memoria con tempo di accesso di 70 nanosecondi.

Vi facciamo anche notare che tale quantità di memoria non può essere ottenuta montando un solo modulo da 4 megabyte, infatti dovremo necessariamente montare 4 moduli, tutti dello stesso tipo, ottenendo un totale di 4 Megabyte * 4 = 16 Megabyte: una quantità di memoria eccessiva per un normale uso e che risulta utile solo per particolarissimi programmi.

è I dischi

Abbiamo già visto che oltre alla memoria relizzata con componenti elettronici il computer deve essere in grado di leggere dei dischi e quindi dovremo necessariamente fornirlo di un dispositivo che realizzi tale funzione.

Esistono tuttora dischi di due diverse dimensioni: ci sono dischi con diametro di 5 pollici e 1/4 (circa 13 centimetri) e dischi con diametro da 3 pollici e mezzo (circa 8 centimetri).

Per ognuno di questi dischi esiste un apposito lettore e se vorremo leggere dischi di entrambe le dimensioni dovremo dotarci di due lettori.

Precisiamo subito che tale necessità è nella pratica assai rara in quanto i dischi nel formato da 5 pollici e 1/4 stanno gradualmente uscendo di produzione e vengono sostituiti dai più moderni e capaci dischi da 3 pollici e 1/2.

A vantaggio di questi ultimi, oltre alla maggiore capacità, possiamo citare le dimensioni più ridotte (entrano tranquillamente nel taschino della giacca) e una maggiore protezione (assicurata da una fascetta metallica che il lettore apre automaticamente al suo interno).

L'acquisto di un lettore per il formato da 5 pollici e 1/4 è quindi consigliato solo a chi avesse già una grande quantità di dischi di tale tipo; il lettore per il formato da 3 pollici e mezzo è invece praticamente obbligatorio per tutti.

Limitandoci a considerare i lettori per i dischi da tre pollici e 1/2 diremo che esistono tre versioni di tali lettori: quelli in grado di leggere dischi con una capacità di 720 kilobyte, quelli per dischi fino a 1,44 Megabyte e quelli per capacità fino a 2,88 Megabyte.

Facciamo subito notare che il lettore previsto per una capacità superiore può utilizzare anche dischi di capacità inferiore, ma non potrà in alcun modo aumentarne la capacità.

Possiamo fare un esempio considerando un normale lettore di cassette musicali nel quale possiamo inserire nastri da 45, 60 oppure 90 minuti: se inseriremo una cassetta da 60 minuti non èpotremo registrarvi più dei sessanta minuti previsti; per registrare più canzoni dovremo utilizzare una cassetta da 90 minuti.

Allo stesso modo si deve procedere per i dischi acquistando quelli di capacità adeguata ai dati che si vogliono registrare: descriveremo in seguito come sia possibile riconoscere la capacità di un disco da 3 pollici e 1/2.

Precisiamo infine che i lettori più consigliabili sono quelli per dischi con capacità fino a 1,44 Megabyte: il modello per dischi da 720 kilobyte è ormai fuori produzione, mentre quello per capacità fino a 2,88 Megabyte è piuttosto costoso e i dischi di tale capacità costano molto più del doppio di uno da 1,44 Megabyte rendendo il suo uso antieconomico.

Il disco rigido

Oggi i programmi hanno molte funzioni sofisticate e diventano sempre più grandi tanto che spesso non è sufficiente un solo disco per contenerli, anche se del tipo a grande capacità.

Non è raro il caso di programmi che occupano 10, 15 o anche più dischi della capacità di 1,44 Megabyte.

Sorge quindi l'esigenza di utilizzare un disco che abbia la capacità di molti Megabyte: il componente adatto a risolvere questo problema è l'hard-disk (disco rigido) che viene chiamto anche disco fisso o in alcuni casi Wincester.

Tali dischi hanno capacità che possono arrivare ad oltre mille Megabyte (nota: una capacità di mille Megabyte viene detta anche Gigabyte e corrisponde ad un miliardo di byte) e quindi possono agevolmente contenere qualsiasi programma e archivi anche di notevoli dimensione.

Il termine "rigido" assegnato a tale tipo di dischi deriva dal fatto che sono costituiti da una sottile lamina metallica, mentre i dischi che abbiamo esaminato poco fa sono costituiti da un sottile foglio in plastica che risulta quindi flessibile (per questo motivo sono detti anche dischi flessibili o floppy-disk).

èIl termine "fisso" è dovuto al fatto che questi dischi non possono essere estratti dal loro lettore. La costruzione di questo tipo di apparecchio avviene in stanze sterili, assolutamente prive di polvere che in brevissimo tempo distruggerebbe il disco: il lettore non può quindi essere aperto pena la sua completa inutilizzabilità.

Per trasferire i programmi da un disco fisso di un computer a quello di un altro dovremo necessariamente ricorrere ai floppy-disk (più avanti vi spiegheremo come procedere)

Infine il termine Wincester che non è legato ad alcun significato tecnico, ma è frutto solo di una fortuita coincidenza. Infatti il primo modello di hard-disk prodotto aveva una sigla uguale a quella del noto fucile: scherzosamente si prese a soprannominare tale disco con il nome del fucile e tale nomignolo viene ancora usato.

E' difficile dire quale sia la capacità "giusta" per un hard-disk,

comunque sono senz'altro da sconsigliare dischi di capacità inferiore ai 100 Megabyte, così come è difficile pensare che un normale hobbysta abbia necessità di dischi da oltre 200 Megabyte.

Inoltre bisogna considerare che si potrà sempre in seguito aggiungere un secondo disco quando avremo necessità di memorizzare una maggiore quantità di programmi e dati.

La scheda video

Fin dall'inizio il personal computer IBM, e quindi tutti i computer compatibili, ha dato la possibilità di scegliere la scheda che si occupa di gestire il monitor in modo da poter utilizzare il modello che più rispondeva alle esigenze dell'utente.

Con il passare degli anni sono state prodotte sempre nuove schede con caratteristiche continuamente migliorate: queste schede sono contraddistinte dalle sigle: MDA, CGA, Hercules, EGA, PGA, VGA e superVGA.

Oggi vengono prodotte solo schede superVGA, tutte le altre sono ormai considerate obsolete e come tali abbandonate da tutti.

èUna caratteristica importante delle schede superVGA è la quantità di memoria presente su tali schede: molti prodotti economici sono dotati di soli 256 kilobyte, ma tali schede non permettono di visualizzare correttamente le immagini a colori e devono essere scartate senza esitazione.

Dovremo necessariamente orientarci su schede dotate di 1 Megabyte di memoria che ci permetteranno di visualizzare immagini formate da un massimo di 1024 punti in orizzontale e 768 in verticale con 256 colori.

Tali schede sono compatibili con tutte le precedenti, pertanto potremo utilizzarle anche con programmi vecchi che prevedano solo schede di caratteristiche inferiori alle superVGA

Il monitor

I primi personal computer prevedevano come periferica di uscita il normale televisore domestico: oggi una tale soluzione non è più proponibile perchè i normali televisori non hanno una risoluzione sufficiente a riprodurre le immagini generate dalle schede superVGA.

I televisori inoltre riproducono le immagini in modo interallacciato, cioè disegnando la figura in due passate: questo genera uno "sfarfallio" maggiormente evidente con immagini statiche proprio come quelle generate da un computer.

Dovremo necessariamente dotarci di un monitor, adatto per schede superVGA e che mostri le immagini in modo non interallacciato.

Il monitor è il componente che va scelto con maggiore attenzione e sul quale non è il caso di cercare di risparmiare poche lire: bisogna ricordarsi che è proprio nel monitor che si guarderà continuamente durante l'uso del computer. Se le immagini fornite sfarfallano, hanno contorni imprecisi, i caratteri appaiono sfocati e poco nitidi quel monitor è assolutamente da evitare.

Non dimentichiamo che abbiamo solo un paio di occhi e che se li danneggiamo non sarà assolutamente possibile ripararli o sostituirli.

èPrima di acquistare un monitor pretendete di vederlo in funzione alla massima risoluzione: se dovesse manifestare un qualsiasi difetto tra quelli sopra riportati o dovesse dare semplicemente una sensazione di fastidio nel guardare l'immagine generata provate un altro modello che non manifesti tali inconvenienti.

Sicuramente non acquisterete il modello più economico, ma ricordate che la vostra vista non ha prezzo!

Va infine fatto notare che il monitor dovrà essere a colori: ormai tutti i programmi sono pensati per l'uso del colore e un monitor in bianco e nero potrebbe darvi dei problemi in quanto non riuscireste a distinguere due grigi molto simili, mentre la corrispondente immagine a colori sarebbe chiarissima.

Le interfacce

Per poter colloquiare con dispositivi esterni come le stampanti, i modem, i joystick o qualsiasi altra periferica il computer deve essere dotato di circuiti di interfaccia.

Le tre interfacce più comuni sono la parallela e la seriale.

L'interfaccia parallela viene usata generalmente solo per collegare una stampante e poichè raramente si utilizzerà più di una sola stampante ne è sufficiente una sola.

Le interfacce seriali vengono utilizzate per collegare un maggior numero di periferche tra le quali il mouse (oggi pressochè obbligatorio) i modem e ricevere telefoto, immagini meteosat e molte altre.

Considerato che una interfaccia seriale è occupata in permanenza dal mouse dovremo averne almeno due, ma se ne possono montare fino a quattro.

Un'altra interfaccia molto diffusa è quella per collegare dei joystick: poichè pensiamo che molti di voi vorranno adoperare il proprio computer per fare anche dei videogiochi, considerato il prezzo piuttosto basso di tale interfaccia, non possiamo che consigliarvela.

Unica avvertenza: controllate che sia possibile collegare due èjoystick in quanto molte schede prevedono il collegamento di uno solo impedendovi di gareggiare contro i vostri amici.

La tastiera

Ben pochi consigli si possono dare sulla tastiera: sono praticamente tutte uguali come disposizione e dotazione di tasti e non crea particolari problemi scegliere un modello o l'altro.

Vorremmo invece farvi notare un particolare, del quali molti ignorano l'esistenza, ma che alle volte crea degli insospettabili problemi.

Nella parte inferiore esiste un deviatore con due posizioni marcate AT e XT, oppure solo A e X o anche 8086 e 286. Tale deviatore esiste perchè quando uscirono i primi computer con il processore 286 vennero cambiate le caratteristiche delle tastiere.

Si progettarono dei circuiti che potessero adattarsi ai vari modelli semplicemente spostando tale deviatore, ed essendo tali circuiti ancora validi è rimasto anche il deviatore.

Con i computers dotati di microprocessore 286, 386 e 486 tale deviatore deve trovarsi in posizione AT o A o 286.

Succede spesso di spostare accidentalmente questo deviatore e di ricevere dal computer un messaggio che ci dice che la tastiera è guasta: riportandolo nella posizione corretta tutto riprenderà a funzionare regolarmente.

Il mobile

Potrà sembrarvi strano un paragrafo destinato ad un componente che appare vada scelto in base a criteri esclusivamente estetici sui quali una rivista tecnica avrebbe ben poco da dire.

Nulla infatti possiamo dire sull'aspetto esteriore del mobile, la cui scelta, da un punto di vista strettamente estetico, è lasciato al vostro gusto personale.

èCi sono però alcuni particolari che vanno considerati da un punto di vista più tecnico e che non possiamo non farvi notare.

In primo luogo bisogna dire che il mobile (o cabinet come viene spesso chiamato in questi casi) comprende, come parte integrante, anche l'alimentatore.

Tale alimentatore è sempre del tipo switching; deve essere dotato di una ventola di raffreddamento e deve avere una potenza non inferiore ai 200 Watt: solo così potremo aggiungere in seguito altre espansioni senza sovraccaricarlo.

Il mobile dovrà essere necessariamente metallico perchè deve assolvere anche la funzione di schermo contro le interferenze. Abbiamo già visto come i circuiti elettronici che compongono il computer operino ad alta frequenza e quindi dovremo mettere in atto tutti gli accorgimenti ben noti per tale tipo di circuiti.

Infine dovremo ben valutare lo spazio che rimane libero all'interno del mobile. Ci sono dei bellissimi cabinet sottili, molto graziosi esteticamente e assai poco ingombranti: aprendoli si nota però che non possono alloggiare più di un paio di schede limitandoci notevolmente nelle possibilità di espansione future.

Bisogna anche valutare la possibilità di inserire altri lettori oltre a quello per i dischi (già oggi è possibile inserire lettori di compact disc, nastri per il salvataggio di grandi quantità di dati).

Acquistare oggi un cabinet con scarse possibilità di espansione significa crearci problemi domani quando vorremo aggiungere nuove interfacce e nuove periferiche e non avremo il posto per alloggiarle.

Un mobile particolarmente "arioso" ha inoltre il vantaggio di consentire un migliore raffreddamento del microprocessore e delle memorie garantendoci così una maggiore garanzia contro eventuali surriscaldamenti di tali delicati e costosi componenti.

Installazione del computer

èNonostante oggi i computer vengano reclamizzati con lo slogan "plug 'n' go" (cioè "attacca la spina e lavora") ben pochi riusciranno a vederlo in funzione eseguendo solo tale operazione.

Assieme al computer e al monitor si vedranno consegnare tutta una serie di cavi e accessori da collegare.

Chi ha acquistato un impianto stereo ad alta fedeltà prima di poter ascoltare della musica ha dovuto collegare gli altoparlanti, il giradischi e tutti gli altri componenti all'amplificatore.

Con il computer dovremo necessariamente compiere una operazione simile complicata dal fatto che quasi mai vicino ai connettori del computer è scritto a cosa servano.

Su un amplificatore siamo abituati a scritte come PHONO, CD, SPEAKER che indicano quale componente esterno debba essere collegato alle spine contrassegnate dalle varie diciture: sui computer questa pratica è purtroppo assai rara.

La prima operazione da fare sarà quindi identificare i vari connettori e contrassegnarli apponendo a fianco di ciascuno una etichetta adesiva con scritta la loro funzione.

La presa per la tastiera è facilmente identificabile perchè è l'unica del tipo rotondo a norme DIN.

Dal monitor escono due cavi. Uno è il cavo di alimentazione a 220V che termina in una spina trapezioidale maschio a norme USA che va collegata alla relativa presa femmina sul pannello posteriore del computer.

Nelle vicinanze di quest'ultima dovreste trovare una presa maschio da pannello alla quale dovrete collegare il cordone di alimentazione del computer. Per il momento non collegatevi ancora ad una presa di corrente.

L'altro cavo proveniente dal monitor termina con un connettore maschio a 15 poli disposti su tre file e va collegato alla relativa presa posta sulla scheda video. Non essendoci altre prese in grado di accettare questo tipo di spina non è possibile inserirla erroneamente.

La presa per la stampante potrete individuarla perchè ha un connettore femmina a 25 poli disposti su due file: se trovate più èdi un connettore di tale tipo significa che disponete di più interfacce parallele che verranno identificate da un numero. Se non diversamente indicato, tale numero potrà essere ricavato solo per tentativi con una procedura che vi descriveremo in seguito.

I connettori a 25 poli maschi sono invece quelli delle interfacce seriali; a volte però invece dei connettori a 25 poli potreste trovare dei connettori a soli 9 poli (sempre maschi): in commercio esistono degli appositi adattatori che trasformano un connettore a 25 poli in uno a 9 e viceversa.

Anche per le interfacce seriali si pone il problema dell'identificazione del numero che, come per le parallele potrà essere risolto solo per tentativi.

Il mouse va collegato ad una di queste porte, ma se non siete in grado di identificarle lasciatelo temporaneamente scollegato altrimenti collegatelo alla porta numero 1 o all'unica disponibile.

Alcuni computer dispongono di un'apposita interfaccia per il mouse con una piccola presa rotonda (diversa da quella della tastiera): in tale caso avremo una porta seriale libera in più.

I joystick infine andranno collegati ai connettori femmina a 15 poli disposti su due file, considerando che in presenza di due porte si ripropone ancora una volta il problema di identificare la porta.

Collegati tutti i cavi di cui conoscete il significato potrete dare corrente. Qui di solito ci si scontra con un altro problema: la spina a norma tedesca che non entra nelle normali prese di corrente.

Non dovete assolutamente "forzare" la spina ad entrare perchè così facendo oltre a danneggiare la presa non assicurereste il collegamento a terra che viene realizzato dalle due lamelle laterali presenti sulla spina.

Per funzionare correttamente un computer deve sempre essere collegato a terra oltre che per questioni di sicurezza (non dimenticate che il mobile è metallico e quindi conduttore di elettricità) anche per realizzare una efficace schermatura contro le interferenze.

èAbbiamo più volte detto che il computer opera con circuiti ad alta frequenza e deve essere trattato con tutti gli accorgimenti del caso.

Quindi se il cordone di alimentazione non ha una normale spina tripolare procuratevi da un qualsiasi rivenditore di materiale elettrico un adattatore per spine tedesche: con sole mille lire vi garantirete sicurezza per voi e corretto funzionamento del computer.

Il sistema operativo

Tutti sanno che un computer per funzionare necessita di programmi, in particolare c'è un programma che si occupa di gestire tutte le periferiche e al quale tutti gli altri fanno riferimento.

Questo programma si chiama sistema operativo e il sistema operativo per i computer IBM-compatibili è chiamato Ms-Dos.

La versione più recente è la 5 che deve essere installata sul disco rigido da chi produce il computer e venduta insieme a quest'ultimo.

Senza sistema operativo non è possibile utilizzare alcun programma per cui dovremo necessariamente acquistarlo. Per questo motivo di solito è già incluso nel prezzo del computer.

Consigliamo di utilizzare la versione prodotta dalla casa Microsoft in quanto il DOS venduto da altre case ha delle incompatibilità che potrebbero crearci dei problemi con alcuni programmi.

Esistono altri tipi di sistemi operativi per computer IBM-compatibili come Unix e OS/2, ma tali sistemi molto sofisticati necessitano di molte espansioni, sono piuttosto costosi e non sempre risultano facili da utilizzare per cui non ci sentiamo di consigliarli al normale hobbysta.

Il rivenditore oltre a installare il sistema operativo sul disco rigido del computer dovrà fornirvi anche i dischi che vi serviranno da copia di sicurezza in caso di cancellazioni èaccidentali (che possono avvenire più spesso di quanto non si creda!)

Accendiamo il computer

Effettuate tutte le connessioni potremo finalmente dare corrente e vedere il computer in azione: supporremo che vi sia già installato il sistema operativo Ms-Dos (operazione quest'ultima che dovrebbe aver già effettuato il produttore del computer) in caso contrario il computer si fermerebbe quasi subito con un messaggio che dice "Insert system disk in drive A:". Dovremmo a questo punto inserire il disco contenente il sistema operativo nel lettore, ma non potremmo adoperare il disco rigido.

Se invece il sistema Ms-Dos è stato installato correttamente vedremo apparire sullo schermo C:\> seguito da un cursore lampeggiante. Il computer ci dischiara di essere pronto in attesa dei nostri comandi.

Se dovesse apparire una scritta diversa come C:\DOS> oppure D:\IMAGES\METEOSAT> non preoccupatevi: il vostro computer funziona perfettamente solo che è stata eseguita una installazione personalizzata che poi imparerete a modificare voi stessi.

In questo corso vi insegneremo i possibili comandi e come usarli per risolvere i problemi che via via si presenteranno.

Facciamo subito presente che non è assolutamente possibile danneggiare il computer semplicemente battendo dei comandi dalla tastiera e quindi potrete fare tutti gli esperimenti che vorrete.

Come per tutte le cose non c'è miglior modo di imparare che esercitarsi per cui vi consigliamo di provare i vari comandi man mano che li spiegheremo in modo che possiate constatare personalmente il loro effetto.

Come far apparire C:\>

Se sul vostro computer non compare la scritta C:\> potrete ottenerla inserendo i comandi comandi qui sotto riportati:

èSe la prima lettera è diversa da C allora scrivete C: e premete il tasto di "Invio", a volte rappresentato dal solo simbolo <-'; se ancora non vi appare c:\> scrivete CD \ seguito sempre da "Invio"

Nel caso la prima lettera fosse già C vi basterà dare il comando CD \ (sempre seguito da Invio: d'ora in poi consideremo superlfluo specificare che alla fine di ogni riga vada premuto il tasto di "Invio" e faremo notare solo le eccezioni)

Altre volte potrete trovare accanto alla scritta C:\> altre informazioni come la data e l'ora che potrete tranquillamente ignorare.

Le scritte come C:\> stampate dal computer prima del cursore si chiamano "prompt" e significano che il computer è pronto a ricevere i nostri comandi.

Il contenuto di un disco

Il primo comando che potete provare è DIR che ci fornisce l'elenco di quello che è memorizzato su un disco.

Dal "prompt" C:\> scrivete DIR e dopo aver premuto il tasto di invio vi apparirà qualcosa di molto simile a questa:

 Volume in drive D is OS2            Serial number is 6612:8015
 Directory of  d:\*.*

.            <DIR>     26/06/92  16:44 
DKB          <DIR>      8/08/92  19:40 
DOSUTIL      <DIR>     26/06/92  19:24 
EXCEL        <DIR>      8/07/92  15:55 
MSWORKS      <DIR>     27/06/92  12:45 
OM           <DIR>     27/06/92  17:16 
OS2          <DIR>     26/06/92  16:44 
OS2_MAG1     <DIR>     29/10/92  16:46 
POINT        <DIR>     26/06/92  18:32 
PSFONTS      <DIR>     26/06/92  16:53 
QB           <DIR>     17/09/92  18:41 
SPOOL        <DIR>     26/11/92  16:08 
TEMP         <DIR>     24/08/92  18:32 
TP           <DIR>     27/06/92  16:58 
WINWORD      <DIR>      8/07/92  17:46 
WS           <DIR>     26/06/92  20:44 
ZIP          <DIR>     26/06/92  19:23 
autoexec.bat      702   5/11/92  17:10 
config.sys       2304  29/11/92  17:13 

     260.043 bytes in 33 file(s)           268.288 bytes allocated
  20.641.792 bytes free

e al termine vi riapparirà il prompt C:\>

I dati e i programmi sono contenuti in file (che in italiano significa "archivio") contraddistinti da un nome composto da un minimo di 1 e un massimo di 8 caratteri (lettere o cifre) seguiti da un punto e da un massimo di tre caratteri facoltativi chiamati "estensione" normalmente utilizzati per indicare il tipo del file (programma, archivio, immagine, testo...)

Un disco rigido può contenere varie migliaia di tali file e se fossero semplicemente posti uno vicino all'altro ben presto ci troveremmo nell'impossibilità di ritrovare ciò che ci interessa.

Un collezionista di francobolli o monete non raccoglie tutta la sua collezione in un solo album, ma ordina i suoi "pezzi" in vari raccoglitori secondo la nazione di provenienza o l'anno di emissione.

Allo stesso modo nei dischi dei computer è possibile creare delle sezioni separate che assolvono allo stesso scopo dei raccoglitori chiamate directory. Tale termine è sovente tradotto in italiano in vari modi quali "direttrice", "direttorio", "indice" o "cartellina": i primi tre sono a nostro avviso pessime traduzioni del termine directory, ma siccome sono spesso indicate nelle istruzioni dei programmi è bene sapere a cosa si riferiscono.

All'interno di una directory (nel seguito useremo sempre il termine inglese che risulta più preciso delle varie traduzioni èitaliane) è possibile creare altre directory così come in una cartellina è possibile inserire altre cartelline.

Il nome che viene indicato nel prompt tra C:\ e > è il nome della cartellina con la quale stiamo lavorando.

La particolare directory senza nome, quella indicata dal prompt C:\> è detta "radice" (in inglese "root") perchè di solito si paragona la struttura di un disco a quella di un albero in cui dalla radice si dipartono il tronco e i rami (le directory) per arrivare fino alle foglie (i file).

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