Licenze per software e altre opere

Quando creiamo un software o qualsiasi opera dell'ingegno dobbiamo decidere quali diritti concedere agli utilizzatori


Da qualche tempo mi sto occupando anche di simulazione ferroviaria (Nuova pagina); nella community (TrainSimHobby) (Nuova pagina) ci sono persone che si occupano di vari aspetti: creazione di materiale rotabile (locomotori e vagoni), oggetti tridimensionali statici (stazioni, ponti...), scenari, activities (cioè gli "ordini di servizio").

Il simulatore di treno al lavoro
Figura 1
Il simulatore di treno al lavoro

La realizzazione di queste cose richiede un notevole impegno di tempo (anche anni per uno scenario completo!) e dunque si pone il problema di tutelarsi dall'appropriazione indebita delle proprie creazioni.

Generalmente il problema veniva risolto inserendo una nota nel pacchetto di distribuzione in cui si permetteva l'uso solo a scopo personale, ma si vietava esplicitamente qualsiasi modifica e ridistribuzione.

Purtroppo questo approccio blocca di fatto la possibilità di arricchire il lavoro altrui con uno sviluppo a "bazaar" (cfr. "La cattedrale e il Bazaar" di Eric Raymond) (Nuova pagina) che ha permesso la nascita di Linux e altri noti software

Ultimamente però si sta facendo avanti l'utilizzo delle licenze "Creative Commons" (Nuova pagina) che permette da un lato di tutelare meglio l'autore, e dall'altra di concedere in maniera più precisa qualche libertà in più all'utilizzatore.

Qualche giorno fa uno dei membri di maggior importanza della community ha fatto un annuncio (Nuova pagina) in cui spiegava di aver deciso di utilizzare "la licenza Creative Commons" per il suo ultimo lavoro (il modello di un treno diagnostico di RFI).

Bene, anzi non proprio, perchè in tutto il discorso non si diceva quale delle 6 possibili licenze avesse adottato e soprattutto aveva fatto un mescolone tra il testo della licenza e il suo "compendio" (il "Commons Deed") creando una sorta di "trappola" per chi volesse cimentarsi in alcune modifiche al suo lavoro. In pratica nel compendio permetteva alcune cose e poi con la licenza vera e propria le negava.

Gli ho fatto notare la cosa, ma mi ha risposto di non aver ben compreso come funzionasse il tutto e mi ha chiesto di aiutarlo a capire. Ritenendo l'argomento di interesse più generale ho messo giù queste note sperando di poter chiarire come stanno le cose.

Cominciamo dal momento in cui abbiamo creato l'opera: questa creazione comporta la nascita automatica di alcuni diritti a favore dell'autore. Il più noto è senza dubbio il "diritto al riconoscimento della paternità": tale diritto non ha una scadenza ed è inalienabile (ovvero non trasferibile ad altri). Come creatori dell'opera abbiamo anche il diritto a non vedela utilizzata a scopi offensivi, denigratori ecc..: anche in questo caso si tratta di un diritto permanente e inalienabile.

Tutte cose senz'altro nobili, ma che non danno da mangiare. Fortunatamente abbiamo anche la possibilità di uno sfruttamento dell'opera: questo è un diritto che si può cedere ad altri anche dietro un compenso (ne sa qualcosa il sig. Bill Gates!)

Foto con copyright
Figura 2
Foto con copyright

Per usufruire di tali diritti è sufficiente apporre una semplice nota di copyright all'opera come nell'esempio della foto ( Figura 2 ): per tutta la mia esistenza e i miei eredi per altri 75 dopo la mia scomparsa potranno sfruttare commercialmente quell'immagine.

Anche questo stesso articolo gode della stessa protezione, ma a chi potrebbe interessare fra oltre un secolo poterlo utilizzare per creare qualcosa di più completo? E' anche nel mio interesse che altre persone prendano subito queste note e le integrino del loro sapere per produrre qualcosa di ancora più interessante per tutti.

In questo caso non sono interessato ad un ritorno economico (che tanto non ci sarebbe), quanto ad uno sviluppo delle conoscenze in questo campo: pertanto ne rilascio la possibilità di utilizzo a tre semplici condizioni:

  • Che si citi l'autore originale
  • Che il tutto non sia utilizzato a fini commerciali
  • Che l'opera derivata sia distribuita con la medesima licenza

Questo modo di procedere è detto "copyleft" ed è stato inizialmente formalizzato da Richard Stallmann con la storica licenza GPL (Nuova pagina).

Con la serie delle licenze "Creative Commons" si fa un passo avanti rispetto alla licenza di Stallman rivolgendosi anche ad altri tipi di creazioni che non siano solo software e soprattutto permettendo di scegliere quali diritti concedere agli utilizzatori in maniera più modulare.

La suite di licenze "Creative Commons" si compone di 6 distinte licenze con vari gradi di libertà:

  • BY E' la licenza più permissiva: si richiede solo di attribuire la paternità dell'opera all'autore originale, per il resto il lavoro può essere modificato e ridistribuito anche a fini commerciali e con qualsiasi tipo di licenza. Le licenze Creative Commons sono distribuite con questa licenza.
  • BY-ND Con questa licenza si permette la ridistribuzione, anche a fini commerciali dell'opera purchè questa rimanga inalterata e nella sua interezza.
  • BY-NC-SA Consente qualsiasi tipo di modifica all'opera e ridistribuzione purchè non a fini commerciali e con una licenza dello stesso tipo. E' la licenza utilizzata per i contenuti di questo sito.
  • BY-SA Consente qualsiasi tipo di modifica all'opera e ridistribuzione anche a fini commerciali e con una licenza dello stesso tipo. E' la licenza più simile alla GPL (anche se a differenza di quest'ultima non obbliga alla divulgazione dei sorgenti). E' utilizzata per i contenuti di Wikipedia.
  • BY-NC Consente qualsiasi tipo di modifica all'opera e ridistribuzione purchè non a fini commerciali. E' permesso ridistribuire l'opera derivata con qualsiasi tipo di licenza.
  • BY-NC-ND E' la licenza più restrittiva di tutte: consente la redistribuzione dell'opera senza alcuna modifica e solo per fini non commerciali.

Perchè ciascuna di queste licenze funzioni è necessario redigerla in "legalese" in modo da eliminare il più possibile ambiguità lessicali e concetti sottintesi. Ci sono pertanto intere sezioni che definiscano cosa si intenda per "fini commerciali" oppure "opera derivata" ecc...

Così facendo però si rende la licenza complessa per chi non mastica di cose legali; per facilitare la comprensione alle persone normali sono stati introdotti i "Commons Deed" avvero dei riassunti schematici dei diritti e dei doveri dell'utilizzatore dell'opera. Questi schemi riepilogativi non sono sostitutivi della licenza (scritta in "legalese") e nemmeno ne fanno parte: sono solo un aiuto che viene dato per capire i concetti, ma in caso di controversia non hanno alcun valore.

Giusto per fare un esempio pratico qui c'è il Commons Deed della licenza di questo sito che dovrebbe essere abbanstanza comprensibile. Ma in caso di disputa legale quello che conta è il testo integrale della licenza raggiungibile da questo link (Nuova pagina). Mi preme anche far notare come il testo sia in inglese: per questa versione della licenza non esiste una versione italiana, mentre esiste la traduzione in italiano del relativo Commons Deed.

Proprio in questa differenza fra Commons Deed e licenza "in legalese" si annida l'errore del mio amico: ha modificato il Commons Deed della licenza BY-NC-ND per permettere all'utente finale la possibilità di realizzare alcuni tipi di modifica al suo lavoro (che la licenza standard non permette), ma non ha modificato il testo della licenza "in legalese" limitandosi a richiamare il testo originale.

Come avrebbe invece dovuto procedere? Avrebbe potuto scegliere di permettere qualsiasi tipo di modifica e adottare la licenza BY-NC-SA che obbliga chi modifica a rimettere in circolo l'opera modifcata con l'ideale di creare un circolo virtuoso che porti all'arricchimento di tutti (tecnico e culturale, non economico che è espressamente vietato). Malcelatamente questa è la soluzione che io preferirei.

Se però, per sue ragioni personali, non desiderasse essere così permissivo, ma volesse adottare una licenza strutturata dovrebbe mettere mano al legal code, cosa assai complessa per chi non sia addentro a queste cose con il rischio di ottenere risultati ben diversi da quelli che ci si aspetta.

La soluzione semplificata può essere quella di far diventare licenza il Commons Deed eliminando il richiamo a qualunque altra licenza. Certo questa soluzione è poco indicata per cose di una certa importanza in quanto le condizioni espresse a quel modo potrebbero portare ad interpretazioni sfruttabili come cavilli da chi volesse rubacchiare, ma qui stiamo pur sempre parlando di un hobby!

Utilizzare una licenza standard ha anche altri risvolti positivi: l'utilizzatore dell'opera non è costretto ad analizzare ogni volta una diversa licenza, ma può basarsi sulla conoscenza già acquisita su quel tipo di licenza. Saprà quindi subito se le condizioni si addicono al tipo di utilizzo che ne vorrà fare senza rischiare di fraintedere o non cogliere sottigliezze che potrebbero alla fine creare dei problemi.

Inizio pagina
 
Precedente
Sommario
Successivo