Firenze - Faenza
La linea ferroviaria fu attivata tra il 1888 ed il 1893 collegando Firenze con la parte di provincia che si trova sul versante romagnolo e scendendo fino a Faenza dove incontra la linea adriatica.
Per superare l'appennino sono stati necessari molti ponti (tra cui l'iconico ponte che scavalca l'abitato di Marradi) e gallerie (le più lunghe sotto il valico di Pratolino, tra Firenze e Borgo San Lorenzo e quella del monte degli Allocchi).
Gravemente danneggiata dai tedeschi in ritirata è stata riattivata solo nel 1957, ma non il tratto tra Borgo San Lorenzo e Firenze, a favore del più agile percorso verso Pontassieve. Questa soluzione però comportava una inversione di marcia nella stazione di Borgo San Lorenzo.
Negli anni '90 fu chiesta le riattivazione del tratto via Vaglia quale compensazione per il passaggio della costruenda linea Alta Velocità tra Bologna e Firenze; nel 1999 fu riattivato anche il collegamento diretto tra Firenze e Borgo San Lorenzo.
La linea è attualmente attiva, anche se molte fermate e stazioni minori sono state dismesse, oltre a tutte le infrastrutture per il traffico merci.
Vede anche la presenza di treni turistici, come i convogli a vapore per la sagra del Marrone di Marradi, o il Treno di Dante che collega Firenze con Ravenna, città natale e di morte del sommo Poeta.
Dopo le distruzioni belliche il tratto tra Firenze e Borgo San Lorenzo via Vaglia non venne riattivato costringendo i treni a passare da Pontassieve e fare inversione nella stazione di Borgo San Lorenzo.
Solo nel 1999, come compensazione per il passaggio della linea AV Bologna-Firenze la ferrovia è stata ricostruita e sono state restaurate le stazioni presenti, tra cui il grande impianto di Montorsoli.
La stazione si trova in una frazione del paesino e venne utilizzata pochissimo per cui nel 2012 venne chiusa.
Assieme al recupero delle stazione già esistenti sono state costruite anche nuove fermate e stazioni.
Questa si trova nei pressi del piccolo abitato di Cercina, la si raggiunge con uno stradello sterrato che si dirama dalla strada principale. Ho impiegato parecchio per individuarlo; è facile immaginare perché sia stata chiusa nel 2012.
Queste nuove fermate erano veramente minimali: l’idea era che la ferrovia fosse utilizzata come una metropolitana, che però fermava in mezzo al nulla.
Il marciapiedi si trova proprio all’imbocco della lunga galleria Pratolino (il paese che si trova in cima al colle sottopassato).
All’altra estremità della galleria Pratolino è nata la stazione di Fontebuona, anch’essa situata fuori del paesino.
Qui era stato costruito anche un fabbricato con la sala d’aspetto ed altri servizi per i viaggiatori; ma l’autobus si dimostrava molto più comodo e quindi venne chiusa.
Oltre Borgo San Lorenzo, risalendo verso il valico, a lato della strada statale, un viale alberato conduce a quella che fino al 2012 era la stazione di Panicaglia.
Già da prima il fabbricato era diventato una abitazione privata ed una rete divideva in due il marciapiede: una parte per l’abitazione e quella a ridosso dei binari per i viaggiatori.
La stazione è l’ultima sul versante toscano; è ancora regolarmente in esercizio, seppure impresenziata.
L’ampia zona destinata al traffico merci e al rifornimento delle locomotive è invece una spianata abbandonata.
Si trova al km 50+415 della linea.
Dalla stazione di Ronta si risale verso la ex stazione di Fornello, piccolo abitato mai raggiunto da alcuna strada in cui oltre alla stazione si trovava anche una cava di pietra. Qui fino agli anni 50 del secolo scorso viveva una piccola comunità di ferrovieri e minatori; c'era anche una scuola per i loro figli.
Chiusa la cava, sostituite le locomotive a vapore (che qui si rifornivano di acqua) con quelle diesel, venne chiusa anche la stazione ed il paese si spopolò.
Poco più avanti, solitario in mezzo al bosco, subito prima della galleria sotto il monte degli Allocchi, c'era un casello dove ancora vivevano il cantoniere ormai in pensione (Cecco) e sua moglie (Beppa).
Dopo la morte di Cecco la Beppa restò qui sola e non ne voleva sapere di andarsene. Fu portata via quasi a forza e condotta a Gattaia (il paesino a fondo valle) dove viveva la figlia, ma vi restò solo pochi mesi prima di morire.
Da allora il "Casello della Beppa" sta andando in rovina.
Giungendo sul versante romagnolo (siamo però ancora in provincia di Firenze, nella cosidetta Romagna Toscana) la prima stazione che si incontra è Crespino del Lamone.
Anche in questo caso la stazione è attiva ed impresenziata, tutta la parte relativa allo scalo merci è in disuso.
Il piccolo magazzino merci di Crespino del Lamone, ormai fatiscente.
Poco prima di arrivare a Marradi il treno si ferma in questa stazioncina, dal breve marciapiedi, con ponte che scavalca i binari a pochi metri dal fabbricato; per questo la fermata dei treni è regolata da disposizioni speciali.
Oggi i viaggatori attendono il treno nel piccolo capanno in eternit, mentre la pittoresca casetta che per un breve periodo è stata usata come abitazione, oggi è disabitata.
La sua unica funzione è quella di sostenere sul lato a valle una orrenda insegna luminosa “stazione FS”
Particolare di una delle porte di ingresso del dismesso fabbricato viaggiatori della fermata di Biforco.
L’impianto di Marradi è il più importante del versante romagnolo, qui fanno capo i convogli cantiere che depositano anche queste vecchie macchine dei passaggi a livello.
La fermata è ancora in orario, vi fermano due coppie di treni al giorno.
Per raggiungerla occorre salire una scala a fianco di una stradina che circonda la piccola frazione; salita la scala si percorre un sentiero tra gli orti ed in cima si staglia il fabbricato, dove è accessibile solo uno stanzino che funge da sala di aspetto.
San Martino in Gattara è la prima stazione che si incontra entrando nella provincia di Ravenna.
Questa grande spianata è stata ottenuta demolendo un magazzino ormai inutile; la foto è di alcuni anni fa, oggi nel piazzale c’è un container ed una antenna per la rete cellulare delle ferrovie.
Questa stazioncina è stretta tra l’omonima breve galleria ed un passaggio a livello. Soppressa nel 2012 è oggi abitazione privata.
Particolarmente suggestivo è il passaggio delle locomotive a vapore (dei treni storici) che producono uno sbuffo di fumo all’uscita dalla galleria.
Un’altra piccola stazione, oggi solo fermata, con il fabbricato trasformato in parte in abitazione; siamo ormai alle porte di Brisighella.