Fano - Fermignano
La tribolata storia del collegamento con Fabriano e Santarcangelo di Romagna non scoraggiò gli urbinati dall'intraprendere altre iniziative
Nel 1916 la Società Anonima delle Ferrovie e Tramvie Padane apriva all'esercizio la linea ferroviaria che collegava Fano con Fermignano raccordandosi rispettivamente con la linea adriatica e la subappennina Fabriano - Urbino.
A seguito del fallimento della società concessionaria l'esercizio venne sospeso nel 1932 e sostituito da un servizio di autobus sostitutivo.
Nel 1942 le Ferrovie dello Stato subentrarono ed i treni ricominciarono a transitare.
Ma già l'anno seguente la guerra fermò nuovamente i treni e alla fine del conflitto la linea risultava in gran parte distrutta.
Nel 1948 venne riattivato il tratto tra Fano e Fossombrone, e solo nel 1995 fu raggiunta Fermignano.
La ferrovia non venne mai ammodernata, aveva la scomodità dell'inversione di marcia a Fermignano per raggiungere Urbino, e quindi il traffico andava continuamente calando. Fu chiusa all'eserizio all'inizio del 1987.
Abbandonati da quasi 40 anni gli edifici della stazione sono ormai ridotti a scheletri; la gente ci passa a fianco ignorandoli.
Il piazzale presenta ancora l’armamento, anche se completamente nascosto dall’erba.
Anche qui l’armamento è annegato nella vegetazione; il tratto pulito serve ai confinanti per parcheggiarci la macchina.
Gli scheletri dei fabbricati sono transennati nella speranza di impedire ai balordi di utilizzarli come ricovero; osservando da quelle che erano le porte si trova di tutto.
Il passaggio a livello conduce ad un’area artigianale. L’erba viene rasata ed il tutto viene mantenuto in uno stato decoroso.
Superato l’abitato di Fossombrone si incontra questa fermata a lato della strada.
Robuste grate proteggono il piccolo manufatto in ferro e vetro.
La stazione di Calmazzo è diventata una abitazione circondata da fitta siepe ed alberature; la sede ferroviaria, invasa dalla vegetazione spontanea, è utilizzata per altri scopi.
Situata lungo la strada provinciale non sfugge alla vista per il suo colore rosso.
Ha ospitato una trattoria, di cui resta solo l’insegna.
Il piazzale è ancora armato, anche se invaso da vegetazione e da alberi che spuntano in mezzo ai binari.
Questo capanno ospitava una associazione di cacciatori, ma è chiaro che non ci va nessuno da parecchio tempo.
Al piano superiore c’era uno studio legale.
Poco più avanti la ferrovia incrocia una tortuosa stradina che risale la collina; questo casello gestiva il passaggio a livello.
La linea, progettata per integrare la ferrovia per Fabriano, entrava nella stazione in direzione di quest’ultima.
Quando nel dopoguerra venne ripristinata per collegare Fano con il capoluogo Urbino questa scelta si rivelò un problema rendendo il collegamento lento e complesso.
Molti non si rassegnarono alla chiusura ed una associazione si battè per il ripristino della linea.
Si procurarono delle draisine per muoversi lungo il tracciato che cercavano di mantenere pulito ed efficiente.
Anni fa si potevano vedere le draisine allineate sul primo binario della stazione.
Ormai vandalizzate le draisine sono state rimosse.