I computer degli anni '80

Prima che il PC IBM conquistasse la scena c'era una grande vivacità di proposte.
IBM PC
Figura 2-1
IBM PC

Oggi possiamo acquistare un computer di qualsivoglia produttore e installarci sopra il nostro sistema operativo ed i nostri programmi perchè sappiamo che hanno tutti un hardware basato su componenti compatibili con uno standard "di fatto".

Lo "standard" risale al "Personal Computer (Nuova pagina)" che IBM lanciò sul mercato nel 1981, ma fino alla metà degli anni 80 le cose erano piuttosto diverse.

Prima dell'arrivo di IBM nel segmento dell'informatica personale tre erano i produttori che dominavano la scena: Apple, con il mitico Apple ][ (Nuova pagina) (che va obbligatoriamente scritto con le due parentesi quadre); Commodore, con la serie PET (Nuova pagina) e Tandy con i suoi TRS-80 (Nuova pagina).

Poi c'era un segmento più professionale dove una comune piattaforma hardware aveva come denominatore comune il processore Z-80 e il sistema operativo CP/M

Apple ][
Figura 2-2
Apple ][

Ogni fabbricante aveva la sua piattaforma hardware, con le sue periferiche dedicate e software proprietario; il linguaggio di programmazione dominatore incontrastato della scena era il BASIC, che però ogni produttore personalizzava con proprie estensioni rendendolo così incompatibile con quello degli altri.

E pensare che praticamente tutti derivavano dall'interprete che aveva scritto un certo Bill Gates (Nuova pagina) e che aveva ceduto alle varie società con un contratto che ne permetteva l'utilizzo illimitato: era ancora un pivellino, con il tempo ha acquisito maggiore scaltrezza.

CBM Pet 2001
Figura 2-3
CBM Pet 2001

Il BASIC è nato a metà degli anni 60 come derivato del più anziano Fortran; il nome fa l'occhiolino alle idee del "basic english" in voga nel secondo dopoguerra e reso celebre da Orwell in 1984: si trattava di ridurre le parole inglesi nel dizionario per farne una lingua semplificata tale da poter essere compresa anche dalle macchine.

Fortunatamente lo strambalato "basic english" non ha avuto alcun seguito, ma il BASIC per computer ha appunto la struttura di comandi espressi con poche e semplici parole inglesi: INPUT, PRINT IF ... THEN, FOR ... NEXT, ecc.

TRS 80 model 2
Figura 2-4
TRS 80 model 2

Il linguaggio di programmazione fungeva anche da "sistema operativo" e risiedeva in ROM all'interno della macchina.

Oggi il BASIC è praticamente scomparso dal mondo della programmazione sostituito da ambienti ben più sofisticati con i quali si possono realizzare strutture software impensabili allora e per di più multipiattaforma.

I floppy erano un lusso e quindi l'hobbista utilizzava un registratore a cassette; qualche hard-disk (da 5 mega) cominciava ad apparire, ma a costi esorbitanti; la memoria si misurava in kilobytes e non se ne poteva montare più di 84k su quei processori a 8 bit. Il PC di IBM introduceva un "rivoluzionario" processore a 16 bit che poteva indirizzare ben 1 megabyte di RAM, anche se per come era costruito quel PC se ne potevano usare solo 640k (che qualcuno riteveva comunque fosse una quantità esagerata ed inutile).

Commodore Datassette
Figura 2-5
Commodore Datassette

La tecnologia evolveva velocemente, i prezzi scendevano, e cominciarono ad apparire nuovi computer più economici e "giocosi", che producevano immagini a colori e non avevano bisogno di un costoso monitor dedicato in quanto si potevano collegare al televisore di casa.

Mattel Aquarius
Figura 2-6
Mattel Aquarius

Nacquero così il Commodore VIC-20 (Nuova pagina), il TRS80-color (che in Italia non ebbe alcun successo) e anche "Sua Maestà" IBM buttò nella mischia con il PC-junior che però aveva pur sempre prezzi "da IBM" e nessuno lo volle.

Arrivarono sul mercato proposte dai produttori più disparati: i giganti dell'elettronica come Philps e Sony, la Texas con l'enigmatico TI 99 (Nuova pagina), la Atari dominatrice del settore videogiochi, un produttore di giocattoli come Mattel (quello delle Barbie) con l'Aquarius e perfino la BBC.

Sinclair ZX-80
Figura 2-7
Sinclair ZX-80

La vera rivoluzione però venne dalla vecchia Inghilterra dove Clive Sinclair (Nuova pagina) se ne uscì con una scatoletta di plastica che costava meno di 100 sterline (trecentomila lire dell'epoca); se poi uno voleva risparmiare ancora qualcosa lo poteva comperare in scatola di montaggio.

Sinclair ZX-Spectrum
Figura 2-8
Sinclair ZX-Spectrum

Sir Clive aveva delle intuizioni geniali e lo ZX-80 ed il successivo ZX-81 (Nuova pagina) era una di quelle. Aveva eliminato dal computer tutte le circuiterie dedicate alla gestione del video, dell'interfaccia per la memoria di massa (il registratore), della gestione della tastiera (anch'essa eliminata e sostituita con delle bolle di plastica conduttiva) e facendo svolgere alla CPU tutti questi compiti. Sulla CPU non aveva potuto risparmiare, era infatti una Z-80 a 4Mhz, una delle più potenti all'epoca, ma non le faceva certamente battere la fiacca!

Di tutta questa varietà, in ambito consumer, nel tempo sopravviveranno solo il Commodore 64 (successore del VIC-20) e il Sinclair ZX-Spectrum (Nuova pagina) (successore dello ZX-81). Ci fu sempre grande rivalità fra i sostenitori dei due sistemi che non si è mai spenta del tutto.

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